Tra il nusco e il brusco, la Nazionale azzurra approda alla finale di questo World Grand Prix, dopo aver annientato la Cina di un’immortale Zhu Ting in semifinale e aver sbattuto fuori dai giochi gli USA di Karch Kiraly; lo fa con cuore, palle, una battuta un po’ più coraggiosa e con gli occhi spiritati da serial killer di Davide Mazzanti.
Che Mazzanti fosse un dannato vincente non lo scopriamo certo noi e non lo scopriamo certo ora, ma che potesse trasformare questa nazionale in un gruppo così compatto e capace di soffrire in così poco tempo, beh, era una speranza corroborata da fatti ma ben lungi dall’essere certezza. Mettici il desiderio di rivalsa di molte di queste ragazze, sorelle Bosetti in primis, mettici le grandi escluse che tuonano in campo e sprizzano entusiasmo fuori, vedi Folie, mettici nazionali che si presentano alla manifestazione senza tutti i carichi da novanta, vedi Russia e gli USA, mettici la crescita delle giovincelle che raccolgono quanto seminato in questi tremebondi anni, vedi Egonu e Malinov, e perché no?

Illegale il reach a muro di Paoletta…
Mettiamoci pure quelle che han tirato la carretta anche quando le cose andavano un pochinino a culo, vedi Chirichella e Sylla. Il risultato è una finale contro il Brasile di Ze’ Roberto, squadra capace di battere le serbe che sono incappate in una partitaccia di Mihajlovic, squadra quadrata, senza difetti conclamati (però a me Roberta non piace) e con un collettivo in pieno stile brasileiro, tutto cuore, lotta senza quartiere e coraggio leonino. Insomma, in vista di domani siamo in una posizione del tutto simile a Rio, quando i maschiacci di Blengini stupirono tutti e volarono in finale proprio contro il Brasile. Difficile dire se andrà bene o male come all’Olimpiade ma, oggi come allora, ribadisco che il torneo il cittì è come se lo avesse già vinto.
Non sarebbe male vincerlo proprio, nevvero?

Guai a chi mi tocca Lucia Bosetti… ❤
Mentre provo a chiudere st’articolo si sta consumando la finalina tra Cina e Serbia. La Cina sta giocando sto torneo con una Zhu Ting non al massimo, nonostante ciò la mette a terra il 50% delle volte, giusto per gradire. Per quanto sia ancora una squadra fortissima, c’è da segnalare che le furie rosse non conoscono il fallo di rotazione, cosuccia che a me pare un po’ grave, Jiajie ha provato qualche cambio in corsa contro di noi (Zhang opposta) ma nel finale di quarto, in piena rincorsa, si sono ritrovate fuori posizione, viste fischiato il fallo e subito le madonne di Zhu Ting, furiosa perché de facto il set l’han quasi perso lì. Anche adesso in P6 vedo falli di rotazione (non sanzionati) e per una volta sono d’accordo col commentatore inglese che pure se ne sta lamentando. Oddio, in effetti mi pare un personaggio parecchio preparato (sentito Colantoni?) ma a furia di “Maggianzi” e “Sorokeith” diciamo che nun se pò sentì… Ok, sono menarello, va bene.
E la Serbia? La Serbia si è presentata al WGP (avanti ora 2-1 nella finalina) con la formazione al completo e i favori del pronostico, due autentici fenomeni della fase attacco (Boskovic e Mihajlovic) e un’umoralità che si può spiegare solo con la faccia del suo CT, Zoran Terzic:

Uno che protesta anche col risultato del challenge… Non so se mi spiego….
I “limiti” queste serbe li han dimostrati quando Mihajlovic ha smesso di girare, evidenziando la disconoscenza del bagher e di come il muro possa essere croce e delizia se non supportato da un’adeguata fase difensiva. Terzic ha fatto giricchiare, non scegliendo praticamente mai un palleggio titolare e ruotando le comprimarie alle spalle dei due fenomeni (tolta Milena Rasic), segno che anche qui siamo ai lavori in corso.
E noi?
Poste nel girone di ferro con USA e Serbia ne siamo uscite seconde dopo aver battuto nettamente gli USA e aver fatto girare le seconde linee contro la Serbia. Particolare l’intervista di Mazzanti sull’argomento, da cui estraggo un pezzetto dal sito di OASport:
“Ho proposto di farlo (ndr: il turnover) per arrivare a giocarci le nostre chance al meglio. Alla fine la squadra ha accettato. Ha capito lo spirito anche se queste ragazze vorrebbero giocare sempre. In regia doveva toccare ad Alessia Orro, ma prima della partita il medico mi ha detto che aveva un problema muscolare agli addominali e mi ha chiesto di non rischiarla. Era disperata”.
Quindi, in una volta, spiegata l’assenza di Orro e la scelta del turnover a tutto spiano, con buona pace di chi voleva le titolari anche contro la Serbia. Per parola del cittì, le ragazze hanno compartecipato non tanto alla scelta ma alla motivazione della stessa. Mazzanti coinvolge le atlete, le cerca di portare dal suo lato e di guardare nella stessa direzione, una conferma di quello che si diceva all’inizio di questa manifestazione.

Festeggiamo sobriamente dopo la conquista della semifinale.
Nel frattempo la Serbia batte 3-1 la Cina con una scelta del palleggio (fast sull’asta e palla dietro a Boskovic, sull’asta) che discuterei fino a venire alle mani, ma a Boskovic non frega un’acca: se il muro è piazzato lei passa sopra e in culo ai tatticismi.
Attestato di stima per il balletto delle ragazze a fine gara, brave loro.
Ma dicevamo di noi…
Risulta evidente come Mazzanti abbia impresso un’altra filosofia al gruppo, o una filosofia, e se lo sia posto come obiettivo primario. Come abbia fatto a raggiungere tali risultati in così poco tempo non è dato saperlo, ma di certo non ce ne lamenteremo.
Tra l’altro il fatto che insista su una pallavolo più simile a quella che piace a me non ha affatto influenza sui miei giudizi, nooooo… 😛
Sia contro gli USA che contro la Cina in semifinale, Sylla si è accomodata in panchina e in campo ci sono andate le sorelle Bosetti, con Egonu unico terminale offensivo di palla alta. Per quanto Sylla abbia fatto bene davanti, la distribuzione di Malinov ha mostrato come l’equilibrio d’attacco si regga, e spesso funzioni, sull’asse tra Egonu e i centrali. Di certo questo equilibrio funziona se dietro abbiamo qualcosa che assomigli a un bagher, e contro USA e Cina le cose sono andate piuttosto bene, pur con sbavature, forzature che non vanno come dovrebbero e la qualità, spesso sottovalutata, dell’avversario. Se pure agli USA mancava mezza squadra, la Cina si è dovuta solo sobbarcare l’assenza per mezzo set di Zhu per la botta al polso. Appena rientrata, magnifico il boato del pubblico cinese, abbiamo dovuto fronteggiare una formazione fortissima e….. Si è vinto, porcocacchio.
Non avendo rivisto le gare (il tempo è poco), l’unico aspetto che ho potuto ammirare mentre il tifoso che è in me piazzava i piedi in testa all’allenatore, è come abbiamo creato altre varianti di seconda linea per Egonu: oltre alla fast di Folie con la palla interna di seconda linea, Egonu transita da posto sei in P3, con Chirichella e Bosetti davanti. Chirichella praticamente attacca su quattro basi di palla, con buona pace dei centrali che sanno attaccare due palloni e basta e Mazzanti pretende, altra cosa che si era detta, palla spinta tutte le volte che qualcuno può palleggiare sul secondo tocco. Si sbaglia? Eccome, ma è filosofia di gioco, perfezionarla equivale a creare fiducia e identità. Per quanto mi riguarda il potenziale è enorme, vedremo oggi se possiamo già raccogliere da quanto impostato. Forse sarebbe ora, ste fanciulle se lo meritano… ❤